Sin dalla nostra fondazione, ci siamo impegnati a realizzare progetti capaci di operare una pacifica ma caparbia trasformazione culturale che partisse da una nuova consapevolezza necessaria a sviluppare una società non violenta, inclusiva, aperta alle differenze attraverso tutte le arti, la letteratura, il teatro, la pittura e la musica.
Per combattere la piaga dei femminicidi e della violenza sulle donne, sin dal 2013 abbiamo creato il reading teatrale Pugni nello stomaco, che non si è mai fermato e che ancora raccoglie testi scritti (anche) dagli uomini convinte che la “questione maschile” irrisolta sia alla radice della violenza sulle donne, mattanza indegna di un Paese che si vorrebbe civile.
Siamo andati in carcere, presso la Casa circondariale di Cassino, con Parole che aprono i tuoi occhi al mondo – dove la relazione con il femminile è preclusa e spesso mistificata – per sviluppare una narrazione maschile della violenza di genere e spostare l’attenzione dalle donne agli uomini. Storie, poesie e scrittura per i detenuti semplici, teatro per i sex offenders che hanno permesso di produrre uno spettacolo teatrale e un volume con i lavori dei detenuti. (Vai alle sezione pubblicazioni)
Dopo il terremoto di Amatrice, vissuto in prima persona dai nostri soci e dalle nostre socie, abbiamo sviluppato il progetto per le scuole Memoria e resilienza per i bambini e le bambine di Amatrice e del mondo che nasce dal riconoscimento del ruolo catartico delle arti – e in particolare della musica - e dalla convinzione che per superare un trauma sia necessario partire dalle bambine e dai bambini e, ove possibile, dalla (ri)educazione dei loro genitori, educatrici. Il progetto ruota intorno alla canzone “Zeus il gatto magico”, pubblicata in un audiolibro con il quale stiamo raccogliendo fondi per la ricostruzione.
Con l’associazione Montessori Brescia, lavoriamo insieme al progetto Scuola a zero sterotipi, che punta a sviluppare una coscienza diffusa, a partire dalle scuole, sugli stereotipi di genere per accompagnare i bambini e le bambine a una crescita anche lavorativa e all’affermazione di sé a zero stereotipi.