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Nomina Architetta Roberta Fonti, progettista Chiesa Sant'Emidio di Poggio Vitellino di Amatrice

Nomina Architetta Roberta Fonti, progettista Chiesa Sant'Emidio di Poggio Vitellino di Amatrice

La Chiesa simbolicamente rappresenta l’unico manufatto di natura pubblica che esiste in questa piccola comunità montana, che si erge su un colle che raggiunge quasi i 1000 mt di altezza, 971 mt per la precisione.
La Chiesa si ergeva sulla sommità della collina, di fronte a sua Maestà Pizzo di Sevo, Monte dalla forma perfettamente triangolare, di quelle montagne che disegnano i bambini. L’intera comunità di Poggio Vitellino, insieme alla nostra Associazione, ha seguito con molta trepidazione la firma del contratto che ha permesso a Roberta Fonti di proseguire un lavoro importante, iniziato qualche anno fa anche in sinergia con l’Università di Monaco in cui Roberta lavora come docente e il professore Ing. Gianmarco De Felice dell’Università Roma Tre, che ringraziamo per averci seguito fino a qui.

Poche settimane fa l’Arch. Roberta Fonti ha avuto modo di conoscere Padre Ezio, il responsabile per gli aspetti liturgici della Diocesi di Rieti, che è rimasto molto colpito dall’idea progettuale per la chiesa di Poggio Vitellino, che prevede un rapporto fra passato, presente e futuro che si concretizza sotto forma simbolico—architettonica prevedendo un giardino della memoria, che non vuole dimenticare il dolore per le perdite umane e fisiche causate dal terremoto. Il giardino sarà simbolicamente lasciato a rudere e si svilupperà intorno alla zona absidale rivolta ad est (zona instabile del declivio naturale), che sarà inondata di luce da due grandi finestre. La parte di fondo della chiesa, adornata da una semplice croce, si ergerà dalle stesse rovine della chiesa.

Nella zona antistante la chiesa è stato immaginato un giardino che mostra come elemento centrale un albero, che ricorda la quercia centenaria a cui la comunità era molto legata e che purtroppo dopo il terremoto si era seccata. Il campanile, che si ergerà, come nella Chiesa crollata, nella facciata principale, insieme alla parete di fondo absidale, verranno (se possibile) realizzate utilizzando le pietre estratte dalle macerie.

Non vediamo l’ora di poter vedere riedificata la Chiesa e tutta la frazione di Poggio Vitellino, insieme a tutta l’Italia centrale. Il nostro progetto ha soprattutto l’ambizione di gettare una luce costante, anche quando tutti sembrano essersi dimenticati di questo territorio martoriato e di non far perdere la speranza a chi quelle terre le abita e vive da sempre e che sono il cuore pulsante delle tradizioni più autentiche del nostro paese.

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