Non c’è resilienza senza memoria
Per noi resilienza non può esistere senza memoria, senza trattenere i vissuti che costruiscono la trama di quello che siamo. Per noi resilienza non è una richiesta performativa né un processo di accettazione acritica del dolore.
Per noi memoria e resilienza sono il filo rosso per cercare nuovi spazi di esistenza e per ripensare noi stessi a partire da quello che rimane, anche quando la terra crolla sotto i nostri piedi. Sono le parole-mondo che possono trasformare e ricostruire perché, se declinate insieme, ci permettono di rimetterci in movimento, ci permettono di ricordare, trattenere e forse superare. Non per assorbire il colpo, non per adattarci e lasciarci usurare, ma per attivarci, ritrovarci e decidere quando e come tornare a camminare.
Sin dall’ideazione di Memoria e resilienza per i bambini e le bambine di Amatrice e del mondo, è stato immaginato e creato un fondo per la ricostruzione di Poggio Vitellino di Amatrice, una frazione completamente devastata dal terremoto del 2016. Adesso il paese nella foto non c’è più, è diventato una spianata e un cumulo di macerie. Ci sembra fondamentale ripartire da Amatrice, che è stata al centro delle attenzioni di tutto il mondo nel momento dell’emergenza, e restituire all’intera umanità un messaggio di speranza: dalla distruzione si può e si deve immaginare un altro futuro.